Racconti di storie

Quante volte vi è capitato da bambini di voler essere invisibili, di immaginare che con quella coperta in testa  nessuno poteva vedervi e voi tra una testata e l’altra, uno spigolo e una sedia in faccia immaginavate di essere super, che nessuno potesse vedervi e indisturbati potevate fare…Che cosa?

Niente solo vagare per la stanza  nell’ attesa di essere scoperti. Quello era il momento più bello il più desiderato il più eccitante, vi tremavano le gambe e vi scoppiava il cuore in urlo di gioia mista a paura di apparire. A me è capitato ma quel gioco è diventato  una realtà, ancora oggi ho il potere dell’invisibilità.

Non è un potere che ricevono tutti, attenzione, è un potere di pochi di quelli che sotto la coperta hanno desiderato così tanto scomparire che alla fine, ci sono riusciti.

Ecco da dove deriva  il mio potere, la mia immaginazione era forte e potente e alla fine sono rimasto a sbattere contro gli spigoli con questo  grande dono. I miei occhi si sono abituati alla luce scura e filtrata attraverso la coperta ed io ho potuto agire indisturbato.

Potevo rubare  le caramelle nella ciotola sul tavolo senza che nessuno se ne accorgesse  e questa era la cosa più importante, solo che crescendo  questo potere ha cominciato a pesarmi . Quando sei invisibile gli altri, possono sentire la tua voce ma non sanno da dove proviene, così ho dovuto  sforzami di parlare con un tono più alto per farmi sentire, ma il più delle volte nessuno si accorgeva di me, ovviamente non mi vedevano.

Solo qualcuno interessato a quanto avevo da dire si sforzava di capire da dove provenisse quel suono.  Appena si avvicinava io ero tutto un fremito, ecco mi stava per togliere la coperta mi scoppiava il cuore… Invece no .

Non riuscivano a toglierla, era pesante. Con il tempo era diventata logora, polverosa ed io ci avevo fatto due buchi sugli occhi.

Ora più che invisibile sembravo un fantasma, ma ero simpatico, almeno all’aspetto.

 Gli occhi mi avevano dato la curiosità di vivere  coi colori del mondo e di goderne appieno . Ora la mia voce si era fatta più forte e la coperta si stava strappando per l’usura, un pochino mi vedevo e mi vedeva poco il mondo intorno a me.

Da adolescente ero cresciuto e orami la coperta mi copriva solo il volto, cominciava a vedersi il mio corpo e io avevo una maschera non diversa dalle mie coetanee che si truccavano così tanto da non vederne i llineamenti.

Finalmente ora non c’è più, chi mi ha amato me l’ha tolta, ma il potere dell’ invisibilità è bastardo quando ce l’hai poi non te lo togli, pure se ti vedono tutti tu ti senti invisibile.

Quando entri in una stanza con una, due, tre persone non ti vedono, prima che si accorgono di te devi parlare? No perché non ti sentono . Allora rimani invisibile?

No ci provi, io ci ho provato spesso con scarsi risultati.

Se dico ciao ad un conoscente al supermercato e non mi risponde allora io ci riprovo, alzo la voce, niente.  Lo tocco ALZO LA VOCE e mi muovo teatralmente entrando in scena, dico -Ciao!-.

Allora lui mi dice- Ah ciao non ti avevo visto!-

Capirai che novità!

Sono abituato da scuola quando tutti alzavano la mano e, avendo la coperta, non mi vedevo e se mi sentivano dovevo alzare la voce:

– Dove sei? Non ti sento!- Diceva il maestro.

E così giorno dopo giorno ho imparato a recitare per farmi notare, perché il potere dell’ invisibilità non mi lasciava ed io dovevo sconfiggerlo. Voce alta, petto in fuori e gesti plateali erano diventati il mio forte.

Avvolte volevo solo tornare sotto  la coperta, ero stanco di farmi notare di recitare di esaltare ogni minimo gesto .

Alcune volte ha funzionato. Quale era il prezzo? Tanta energia per essere visti, per parlare, per cercare una relazione.

-Anche io esisto!- volevo gridare al mondo.

-Ci sono , eccomi!-.

Certo che qualcuno nel corso del tempo mi ha notato ed io ho tolto i pezzi della coperta e sono cresciuto.

Il dubbio che ora mi sorge è questo:

Davvero quel potere era da me tanto agognato? Forse mi ci sono solo abituato perché nessuno all’ inizio quando era un gioco mi alzato quella coperta.

E’ solo un momento mai arrivato che mi ha reso invisibile?

E’ la voglia dell’ attimo della scoperta, della frazione di secondo in cui la coperta viene tolta in cui tutto è diverso che mi costringe a vestire l’invisibilità?

Oramai  è amica mia .

Quando entro  in un stanza, sbatto allo spigolo e c’è qualcuno che mi dice: -Non ti ho visto entrare!- e si accorge di me per quello stupido rumore, sono pronto a scoprirmi , il cuore mi batte che eccitazione! Sono stato scoperto.

La coperta è solo il conforto di un momento, l’invisibilità un dono necessario.